Mantenimento del coniuge: considerazioni della nuova rotta

  • 8 giugno 2017
Revisione Degli Assegni Di Mantenimento Dopo La Sentenza Della Cassazione

MANTENIMENTO DEL CONIUGE: CONSIDERAZIONI DELLA NUOVA ROTTA. L’INVESTIGATORE AGGIORNATO E PREPARATO.

 

«Indipendenza o autosufficienza economica» dell’ex coniuge è il nuovo faro che i giudici dovranno seguire per stabilire l’assegno di divorzio.

E’ quanto ha sancito la prima sezione civile della Cassazione che, con la sentenza n. 11504/17 depositata lo scorso 10 maggio, ha superato il precedente orientamento giurisprudenziale che collegava la misura dell’assegno al parametro del «tenore di vita matrimoniale»

Il parametro del tenore di vita goduto durante il matrimonio non è più un orientamento «attuale» secondo la Suprema Corte che dopo quasi 27 anni muta la propria rotta e osserva come: «il rapporto matrimoniale si estingue non solo sul piano personale ma anche economico-patrimoniale, sicché ogni riferimento a tale rapporto finisce illegittimamente con il ripristinarlo, sia pure limitatamente alla dimensione economica del tenore di vita matrimoniale in una indebita prospettiva di ultrattività del vincolo matrimoniale».

Una sentenza rivoluzionaria, che si presta tuttavia a problematiche tese perlopiù a diminuire il contributo che il coniuge “forte” ha sempre versato al coniuge “debole”.

Come si legge nella storica sentenza, dunque, «se è accertato che è economicamente indipendente o effettivamente in grado di esserlo, non deve essergli riconosciuto tale diritto». I principali indici che la Cassazione ha individuato per valutare l’indipendenza economica di un ex coniuge sono:

 

  • il «possesso» di redditi e di patrimonio mobiliare e immobiliare;
  • le «capacità e possibilità effettive» di lavoro personale;
  • «la stabile disponibilità» di un’abitazione.

 

La prima domanda che si sono posti gli addetti ai lavori all’alba della sentenza rivoluzionaria richiamata, è stata incentrata sul numero di italiani che alla luce della stessa avrebbero potuto richiedere una revisione dell’assegno di mantenimento. Una prima indicazione – per quanto non definitiva – arriva dalle statistiche delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi, dove gli importi versati vengono indicati sotto forma di deduzione. Nei modelli Unico e 730 del 2016, i contribuenti che hanno detratto dal reddito l’assegno di mantenimento sono stati quasi 137mila, il 22% in più rispetto ai 112mila dell’anno d’imposta 2008.

 

Si inasprisce pertanto la storica lotta tra i matrimonialisti tesa alla ricerca degli istituti investigativi più aggiornati e affidabili, attenti a seguire la rotta indicata con estrema precisione dalla Suprema Corte, al fine di ricercare ed evidenziare i parametri dettati dalla stessa in ogni caso concreto.

 

Va specificato tuttavia che per i figli continuerà a valere il diritto a essere mantenuti secondo le effettive possibilità reddituali e patrimoniali dei genitori fino al raggiungimento dell’indipendenza economica.

 

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